venerdì 20 novembre 2009

LA CURIA: IL FUTURO DELLA CAPPELLANIA

Don Giovanni Momigli, parroco di San Donnino e braccio destro del vescovo Betori, descrive sulla Nazione, grazie alla penna di Maria Serena Quercioli, il futuro prossimo venturo della Comunità delle Piagge: una vera e propria cesura con 15 anni di lavoro dalla parte degli ultimi, presto alle Piagge una chiesa di mattoni e una bella parrocchia con annesso oratorio. Tra un’invenzione e l’altra – stupefacente quella della narrazione di un “lungo lavoro di mediazione fra la Comunità di Base e la Curia fiorentina” – esce nero su bianco il disegno di normalizzazione della nostra esperienza. Ecco il testo di Momigli
Le Piagge non saranno penalizzate e la vicenda don Santoro deve restare interna alla Curia. La decisione del vescovo, monsignor Giuseppe Betori, di allontare il sacerdote dal popoloso quartiere alla periferia di Firenze è condivisa e appoggiata dall’ambiente ecclesiasitico per tutelare il pensiero e l’immagine della Chiesa, dello stesso don Santoro e delle Piagge. Su questo nessuno ha dubbi. Il “vicino di casa” di don Santoro, don Giovanni Momigli – parroco di San Donnino – ha svolto un lungo lavoro di mediazione fra la Comunità di Base e la Curia fiorentina, lavoro che ancora non è finito: «La chiesa sta vivendo una fase delicata», ammette «e forse ora è meglio restare in silenzio».

Sulle Piagge da tempo la Curia vorrebbe edificare una chiesa e la “missione” di don Renzo Rossi e dei sacerdoti che magari l’affiancheranno sarà proprio quella di portare la parola di Dio fra quei 5000 abitanti del quartiere che la vivono con grande distacco. Solo una minima parte di loro frequenta la Comunità di Base e le tre parrocchie dislocate fra Peretola, San Biagio a Petriolo e Brozzi, chiese che comunque non potrebbero contenere numericamente questi fedeli. Un nuovo progetto di evangelizzazione sta per aprirsi sul quartiere. Costruire una chiesa in mattoni sarebbe un primo segnale di avvicinamento ad una realtà sociale case popolari, emarginazione, disoccupazione e precariato. Proseguiranno la loro strada le opere nate grazie al sostegno di don Santoro come il centro sociale Il Pozzo, l’Isola del Riuso, la cooperativa di giardinaggio e il commercio equo e solidale e dei prodotti di Villore.
Resta poi l’amicizia e il contatto con i sacerdoti dell’area pistoiese, come don Paolo Tofani, che non abbandoneranno le Piagge. Una nuova chiesa alle Piagge e gli spazi annessi favorirebbero ulteriormente l’attività del catechismo, la nascita di un oratorio per l’estate e altre attività di socializzazione. La Curia fiorentina insomma con l’allontamento di don Santoro non vuol chiudere il discorso con il quartiere, ma restare vicino ai fedeli. Sarà un cammino difficile, sul quale si frapporranno altri ostacoli, ma don Renzo Rossi proverà a gettare le basi per rinforzare le “fondamenta” delle Piagge. (Maria Serena Quercioli)

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