
La
Comunità
delle Piagge esprime sconcerto per la mozione approvata lunedì 1 ottobre con
cui il Consiglio comunale di Firenze chiede di impegnare maggiormente la
polizia municipale nel contrasto del “dilagante” fenomeno della questua molesta
ai semafori.
Nonostante il richiamo ad una maggiore
severità nei confronti del racket dei “questuanti”, pure contenuto nella
mozione proposta dal Consigliere Semplici (Lista Galli) ed alla necessità di
adottare tutte le misure per integrare socialmente queste persone, gli stessi
mendicanti sono però additati, nella stessa mozione, come “responsabili del senso di insicurezza da parte di donne e anziani
(identificati come fascia debole della popolazione), intralcio al già pesante
scorrimento del traffico e pessimo
biglietto da visita per i milioni di turisti che affluiscono a Firenze”. Dunque, meglio contrastare radicalmente un fenomeno
scomodo, rinforzando il ruolo di Istituzioni e Forze dell’Ordine.
Lo sconcerto della Comunità delle Piagge
non va però solo nella direzione del contenuto dell’atto, che a gran voce
denunciamo come strumento ipocrita di pulizia ed eliminazione del diverso solo
perché povero e sporco, ma anche rispetto al voto bipartisan della mozione che
è stata votata all’unanimità da tutti i presenti, compresi quindi molti dei
Consiglieri del PD cittadino. Ci risulta, peraltro, che alcuni Consiglieri di
questo partito si siano allontanati al momento del voto o che erano assenti ma
non abbiamo notizia di un loro dissenso rispetto all’atto votato, laddove invece
altri Gruppi politici lo hanno espresso chiaramente con comunicati tempestivi
rispetto alla votazione di lunedì.
Già nell’agosto 2007 questa Comunità
prese posizione contro l’odiosa ordinanza che metteva al bando i lavavetri,
firmata dall’allora Assessore Cioni (confermata poi nel Regolamento di polizia
approvato nel 2008) promuovendo un digiuno di protesta. La reazione di oggi non
può che essere la stessa di allora: rabbia, indignazione e ribellione per un
atto ingiusto che va a colpire chi non aveva fatto niente, se non cercare di
sbarcare il lunario e “mendicare” un
barlume di cittadinanza in una città poco accogliente.
Anche allora, per giustificare un atto
razzista e xenofobo, erano state “abusate” le parole: decoro, sicurezza, paura, ordine,
legalità ed anche allora il meccanismo del consenso aveva coinvolto le
forze cosiddette democratiche di sinistra. L’Ordinanza di Cioni ha, di fatto,
eliminato i lavavetri e reso rarissimi i mendicanti per le strade di Firenze, cancellando
quindi il diverso, quello che dà fastidio e “sporca” il decoro patinato di una
città bomboniera.
Ancora oggi, come allora, riteniamo che
la parola legalità non può stare da sola, che non può essere fine a
se stessa e, soprattutto, non può giustificare tutti i mezzi, compreso quello
della esclusione totale. La legalità si deve coniugare con la solidarietà, con
la giustizia sociale, con le politiche dell’inclusione. Anziché costruire steccati, fabbrichiamo
canali di accoglienza, generiamo idee di prossimità, forniamo delle alternative
serie a chi è povero e disperato. Anziché spendere i soldi pubblici per
rinforzare i presidii di polizia ai semafori, spendiamo quegli stessi soldi per pensare e
progettare una nuova idea di città finalmente accogliente e disponibile a farsi
carico dei problemi di disagio e marginalità sociale.
Cantieri Solidali – Laboratorio Politico
della Comunità delle Piagge
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