lunedì 8 marzo 2010

INCONTRO QUARTIERE 5 SU VIA PIEMONTE

04.03.10


All’incontro hanno partecipato:

I tecnici del Comune Ing. Parenti – Direttore Area di Coordinamento Sviluppo Urbano e Ing. Mugnai


  1. I Consiglieri delle Commissioni Ambiente e Servizi al Territorio del Quartiere 5

  2. Alcuni cittadini del Nodo Nord-Ovest

  3. Alcuni cittadini del Comitato di Via del Pesciolino



Erano assenti, come da loro stessi preannunciato, i cittadini del Comitato di Via Piemonte. Il Presidente aveva inoltre annullato l’invito a RFI/ITALFERR per cercare di recuperare la presenza del Comitato, ma ormai era troppo tardi.

Dopo il preambolo del Presidente sull’importanza dell’incontro e l’auspicio che in futuro i cittadini sappiano approfittare di occasioni di questo genere, l’Ing. Parenti ha presentato i risultati degli ultimi controlli effettuati da un laboratorio certificato, di cui il Presidente del Quartiere si è impegnato a fornire copia ai Consiglieri e, su richiesta, ai cittadini.

La relazione del Parenti si è articolata in quattro punti essenziali.


  1. La qualità della terra risulterebbe, al 28 gennaio scorso, tutta ottima, rientrante nei valori della Tabella A sia nell’area del Piazzale Ferroviario, sia in quella attigua destinata a verde pubblico. La campionatura è stata effettuata in tutto il sito di Via Piemonte, compreso il Piazzale Ferroviario dove basterebbe che la terra rientrasse nei valori della Tab. B. Circa il richiamo che più volte i cittadini hanno fatto a che si trattasse in realtà di area “a pascolo”, il Parenti sottolinea che la destinazione “a pascolo” è una risultanza catastale e, di conseguenza, non è probatoria mentre la sola destinazione d’uso avente valore vincolante è quella che risulta nel PRG vigente, che nella zona individua due aree, una a “piazzale ferroviario” appunto, e una a “verde pubblico”. Insomma, dal punto di vista urbanistico, è tutto a posto ed è per questo che il Comune ha dato parere favorevole (dichiarazione di compatibilità) sia al Piano di Gestione Terre sia al progetto di sistemazione definitiva dell’area delle quali è competente RFI.

  2. I controlli effettuati sono stati la risposta alle sollecitazioni continue dei cittadini ma il Comune non era tenuto ad effettuarli perché Arpat aveva già detto che era tutto a posto.

  3. Circa la tipologia dell’intervento “Adeguamento del torrente Mugnone”, pur essendo un intervento connesso alle opere dell’AV, trattasi comunque di intervento a sé stante e disciplinato da un protocollo d’intesa tra RFI ed Enti Locali del gennaio 2007.

  4. In occasione di alcuni controlli risalenti al periodo aprile-maggio 2009, Arpat aveva sì rilevato la presenza di materiale da demolizione, soprattutto blocchi di calcestruzzo, cemento armato e pezzi di lamiera, ma questo materiale proveniva dall’abbattimento dei casotti siti nell’area in precedenza, quando era adibita anche ad orti. In seguito alla denuncia dell’Arpat, i materiali sono stati tutti debitamente asportati dalla ditta che ha pagato anche una multa, mostrata ai cittadini nei numerosi incontri che l’AC ha avuto con loro.



Dagli interventi dei cittadini è emerso quanto segue:




  1. Tutta l’area rientrava nell’ambizioso Piano De Carlo che intendeva valorizzare gli ambienti naturali nei pressi del fiume Arno. La realizzazione di un Piazzale Ferroviario, molto vicino al fiume ed alle case rappresenta comunque una barriera ed un ostacolo in vista di una riqualificazione seria e complessiva dell’area. A questo punto la nuova AC dovrebbe chiarire in che rapporto si pone con questo Piano. Non si può negare comunque che gli abitanti vantino un credito nei confronti dell’Amministrazione rispetto a quanto hanno visto sorgere davanti ai loro occhi, visto che le FS hanno sicuramente risparmiato, stoccando la terra degli scavi dell’AV, in pieno contesto urbano anziché in discarica.


    • Il Parenti ha ammesso che vi è stato un risparmio da parte di FS e che si sarebbe potuta fare un’altra scelta meno impattante per i cittadini. Ha ammesso anche che le cose non sono state gestite come si doveva e che ci sono state pecche da parte degli Amministratori, e anche dei tecnici, che hanno contribuito ad alimentare il malumore dei cittadini già messo a dura prova dagli interventi in atto. In ogni caso, la nuova Amministrazione ha dato sempre relazione ai cittadini ricevendoli più volte a Palazzo Vecchio, fornendo loro sempre chiarimenti e documentazione e compiendo parecchi sopralluoghi sul posto. Sul Piano De Carlo, vi sarebbe, da parte dell’attuale AC una forte sensibilità e la volontà di farne un punto di riferimento nel processo di attuazione del nuovo Piano Strutturale.
  2. Cosa si intende fare per il rumore.


    • Secondo il Parenti la decisione è in corso di definizione con FS, si può pensare a barriere fonoassorbenti, che sono però molto alte e coprirebbero la vista dei cittadini ed inoltre potrebbero “nascondere cosa succede dietro”. La soluzione migliore sarebbe una recinzione con piantumazione, all’inizio artificiale ed in seguito, dopo un buon attecchimento, naturale.


  3. Preoccupazione per l’uso che le Ferrovie potranno fare del “Piazzale”. Non è che ci si ritroverà con binari o vagoni all’amianto?


    • Il Parenti ha assicurato che vi sarà un costante monitoraggio da parte del Comune sul comportamento di FS. In particolare saranno evitate pose di materiali pesanti (binari?) o dannosi per l’ambiente.


  4. Come mai, nonostante i ripetuti annunci di FS di riaprire la stazione di Cascine, non solo questa è ancora chiusa ma l’intera area versa in condizioni disastrose? (discarica a cielo aperto sotto il Ponte all’Indiano in un’area chiusa con lucchetto, presumibilmente di proprietà di ferrovie)?


    • Su questo il Parenti si è impegnato a fare degli approfondimenti e a far emergere il desiderio che la riapertura della stazione diventi una priorità per Firenze

Da parte mia ho fatto le seguenti considerazioni e domande:




  1. Arpat non ha detto sempre che va tutto bene. Nella lettera del 7 maggio 2009, in cui riportava la rilevazione di materiali da demolizione nella terra campionata, aveva chiesto anche che, da parte del comune, venisse intimato all’appaltatore:


    • Di asportare tutti i materiali che si configurano come rifiuti, diversi dalle terre e rocce di scavo.

    • Di smaltire gli stessi presso siti autorizzati.

    • Di non spianare, a scopo cautelativo, il materiale oggetto del campionamento.

    • Di interdire qualsiasi lavorazione nella zona a ridosso della ferrovia per evitare sia commistioni che la non rintracciabilità dello stesso.




Infine raccomandava al Comune di valutare se non fosse opportuno far estendere le indagini su tutto il sito.


    • Sulle prime due “intimazioni” all’appaltatore il Parenti ha detto che il Comune ha ottemperato con puntualità e precisione anche multando l’appaltatore per il materiale da demolizione rilevato. Inoltre si è proceduto a far estendere le indagini sui tutto il sito, prova ne sia il fatto che i campionamenti sono durati molti mesi, fino a gennaio 2010. Sugli altri aspetti, non si è pronunciato.


  1. Dalle dichiarazioni del Parenti si fa un passo avanti rispetto alla risposta che aveva dato alla nostra interrogazione, nel senso che nella stessa avevamo evidenziato come, con molta probabilità, FS avesse potuto risparmiare sui costi di un normale smaltimento in discarica, stoccando il materiale in un’area abitata. All’epoca non ci aveva risposto su questo punto, stavolta lo ha ammesso. Ho anche evidenziato che la strategia di FS sull’area doveva essere quindi chiara da un po’ alle autorità comunali visto che vi hanno costruito un vero e proprio “piazzale” di cui fino a questo momento, non avevano avuto bisogno. Inoltre, dai progetti, il Piazzale risultava necessario in relazione alla riapertura della stazione di FI Cascine, riapertura che non è poi avvenuta. Insomma, se non ci fossero state le terre di scavo dell’AV da stoccare, forse il piazzale non sarebbe mai sorto. In ogni caso, si poteva, da parte dell’AC, vigilare in modo più preciso su quanto stava accadendo ed evitare una soluzione così impattante. E’ possibile che per i “danni collaterali” delle grandi opere paghino sempre e solo i cittadini?


    • Il Parenti mi ha dato ragione ma ha sottolineato che ora l’importante è che la terra sia veramente buona e che le Ferrovie completino il progetto di sistemazione a verde!


  2. Gli ho chiesto come mai i cittadini hanno stimato una cubatura di 42.000 mc di terra stoccata ed invece FS continuano a dire di averne stoccate solo 24.000 mc. Queste “comunicazioni di RFI, sotto sottoposte a vaglio?


    • Non mi ha risposto.


  3. Gli ho detto che nel mese di giugno ho potuto constatare, con i miei occhi, la presenza di materiale vario nella terra stoccata, tra cui pezzi di pavimento.


    • Mi ha risposto che era materiale proveniente dai casotti preesistenti nella zona. Gli ho detto che mi risulta difficile pensare che i casotti per gli orti fossero dotati di pavimenti in maiolica! In ogni caso, a giungo, nonostante la denuncia dell’Arpat fosse di maggio, erano ancora lì.


  4. Ho fatto notare al Presidente Gianassi che la motivazione dell’assenza dei cittadini del Comitato di Via Piemonte, ha radici lontane, forse risalenti ad un anno fa, quando il Quartiere si era fatto promotore di un analogo incontro (quella volta RFI era presente) da cui i cittadini erano usciti frustrati in quanto avevano capito che decisioni importanti erano state ormai prese senza minimamente consultarli. L’unica cosa che avevano ottenuto all’epoca era stata una migliore cartellonistica con indicazione dei committenti. Inoltre, essendo ancora in corso sulla zona le indagini della Magistratura, i cittadini si aspettavano che i lavori venissero, quanto meno, fermati, laddove invece sono stati pressoché conclusi.

  5. Ho evidenziato che la discarica a cielo aperto sotto il Ponte all’Indiano è stata già “visitata” dalla Commissione Decoro e Qualità Urbana il 19 gennaio scorso.


    • Ha detto che non sapeva nulla del sopralluogo.



Report di Adriana Alberici





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